16/02/2024
Systems Engineering
Il nostro mercato italiano, la nostra Ingegneria dei Sistemi
In Italia sono presenti più di 156.754 società (Fonte: Osservitalia), considerate PMI ovvero piccole e medie imprese.Le piccole e medie imprese italiane sono il collante del tessuto sociale, che crea valore sul territorio offrendo lavoro e producendo beni e servizi di assoluta eccellenza riconosciuti in tutto il mondo.
Un po’ di storia moderna
All’indomani della Seconda Guerra Mondiale l’Italia ha vissuto un momento di grande vitalità, la produzione ed i consumi erano alle stelle e nell’aria c’era un desiderio fortissimo di crescita nonostante fosse stata una fase molto complessa: i consumi erano molto ridotti, sono aumentati poi durante il “boom” negli anni ’60. È stato anche un periodo di speranza e di rinascita, che ha visto piccole imprese padronali affermarsi come punto di riferimento non solo in Italia o nel panorama europeo, ma in tutto il mondo. Basti pensare ad aziende come Ferrari, Montedison, ma anche Vimar, Indesit, Brembo tra le altre che hanno creato e continuano a contribuire a quella che è l’eccellenza italiana.
Dal punto di vista economico, nel secondo dopoguerra, l’Italia è stato uno dei Paesi più dinamici del Continente europeo, completando il processo di trasformazione da paese essenzialmente agricolo a grande economia industriale. Si tratta di un progresso economico tanto più importante se si pensa che il Paese non è ricco di materie prime e deve fare in parte riferimento all’estero per il settore energetico.
Quel preciso momento storico è ricordato anche per i grandi sacrifici, le migrazioni e la povertà.
Da quel tempo ad oggi il grado di scolarizzazione è aumentato in modo esponenziale, si dice che “l’operaio volesse il figlio laureato” e questo ha mutato profondamente il tessuto sociale e il mercato del lavoro.
Le aziende hanno iniziato ad individuare personale sempre più specializzato, con qualifiche tecniche sempre più elevate, che di contro ha iniziato a pretendere salari e trattamenti più consoni al nuovo livello di istruzione.
Nello stesso momento in cui il panorama italiano vedeva la nascita di moltitudini di aziende padronali, altri paesi come il Giappone prima, la Cina e l’India dopo, sono entrati con gran forza sui mercati, producendo beni di consumo a prezzi difficilmente battibili, ma anche prodotti di ingegneria complessi con costi competitivi rispetto all’offerta Occidentale.
Intorno al 1937, nei Bell Telephone Laboratories negli Stati Uniti veniva coniato il termine Systems Engineering, la cui definizione si collega alla necessità di identificare le proprietà e caratteristiche di un sistema nella sua interezza.
L’ambito militare statunitense è, in quegli anni, il terreno di coltura florido nel quale vengono identificati processi formali, attività e discipline che saranno la base poi non solo del Systems Engineering ma di fatto dell’ingegneria moderna.
Competizione o competitività?
La competizione è diventata negli ultimi decenni letteralmente senza frontiere, e tra la crisi economica vicina a noi del 2008, nel 2017 la ripresa si era consolidata, con un’accelerazione dei ricavi e della redditività, in un contesto di solidità finanziaria.
I dati del rapporto CERVED del 2019 indicano che nella prima parte proprio del 2019 la ripresa ha esaurito il suo slancio per la crescita del fatturato e dei profitti.
Ma qual’è la differenza tra competizione e competitività?
La competizione è un fenomeno presente in ogni contesto sociale: è definita come la pressione a raggiungere un certo obiettivo/risultato, che un individuo sviluppa verso altri individui, che ritiene al suo stesso livello di preparazione fisica, tecnica, cognitiva o conoscitiva.
La competitività, invece, è la tendenza individuale a impegnarsi a fare del proprio meglio per prevalere sugli altri; in poche parole, lo sforzo che l’atleta fa per vincere ma che non necessariamente si sviluppa in ogni atleta in ugual misura.
La domanda che sorge spontanea è: vogliamo competere oppure vogliamo essere competitivi?
Per aumentare la redditività emergendo in questa sfida sia nel nostro mercato italiano che internazionale è necessario trovare il corretto equilibrio tra competizione e competitività.
La riduzione dei prezzi o dei costi per vincere la competizione è probabilmente una strada che, nel breve periodo può portare nuovi contratti, ma cosa potrebbe accadere sul lungo periodo?
Massimizzazione del capitale
Nel momento storico in cui stiamo vivendo, con la crisi sanitaria causata dal Covid, che sta avendo e avrà sicuramente per molto tempo ripercussioni sull’economia, siamo obbligati a considerare la necessità di trovare una nostra formula adeguata per, non solo sopravvivere, ma anche azzardare un piano di crescita ipotetico sul medio e lungo periodo.
Non esiste una formula “magica” per uscire completamente indenni da questo periodo, ma si possono compiere azioni che abbiano come obiettivo l’aumento della redditività e della competitività sui mercati di riferimento.
Nell’ambito dell’ingegneria dei sistemi il vero differenziatore è il capitale umano.
Le Università Ingegneristiche Italiane sono considerate un’eccellenza a livello mondiale per la preparazione che sono in grado di offrire agli studenti. Di contro però, per esempio negli Stati Uniti, le università tecniche offrono corsi specifici e pratici proprio inerenti a quello che è il mondo dell’ingegneria dei sistemi, il Systems Engineering, che è quindi quell’insieme di discipline (Business or Mission analysis, Requirements Definition Process, Architecture Definition Process, Systems Analysis, Verification & Validation) considerate ormai consolidate nel panorama internazionale.
Il massimizzare il capitale umano si può tradurre quindi, in quest’accezione, nella necessità di offrire una formazione adeguata e continua che abbia come obiettivo la razionalizzazione dei costi e la standardizzazione dei processi produttivi.
Le normative Internazionali e INCOSE
Per il Systems Engineering il panorama internazionale offre molte opportunità di crescita, specializzazione e aggregazione.
In particolare, INCOSE, l’International Council on Systems Engineering (http://incose.org/), è l’associazione internazionale fondata nel 1990 che conta ad oggi più di 17000 membri, che è attiva nella divulgazione delle pratiche del Systems Engineering ed ha nell’associazione AISE la rappresentanza per il Capitolo Italiano.
AISE (https://aise-incose-italia.it), incorporata come associazione riconosciuta nel 2015, attiva come Chapter Italia di INCOSE dal 2009, è stata molto attiva negli ultimi anni, organizza seminari e corsi introduttivi su numerosi temi: la gestione dei requisiti, il “systems architecting”, gli “architectural frameworks”, il SysML, la sicurezza dei sistemi ed altri. Ha inoltre stabilito buone relazioni con le rappresentanze locali di altre associazioni, come AFCEA e PMI, e con varie istituzioni accademiche, che hanno permesso l’organizzazione di corsi sul Systems Engineering nell’ambito di vari programmi di Master post-universitari.
Per gli Ingegneri di Sistema, INCOSE offre tre livelli di certificazione professionale, ASEP, CSEP ed ESEP che certificano la conoscenza di quelle che sono le discipline, i processi e le attività alla base del System Engineering.
Il processo di certificazione varia a seconda del tipo che si desidera conseguire, e le certificazioni sono personali, riconosciute a livello internazionale.
Ad aggiungere valore, oggi sempre più aziende richiedono personale certificato CSEP o ESEP per la partecipazione ai bandi di gara internazionali.
Anche per supportare al meglio i team di lavoro sono stati formalizzati alcuni standard di riferimento ideati e promossi proprio con l’intento di normalizzare i processi e offrire pattern di approccio comuni ai problemi affrontati durante tutte le fasi di creazione di un sistema: dall’ideazione iniziale e validazione del caso di business, all’ingegnerizzazione e alla realizzazione, sino allo smaltimento o dismissione del sistema o del prodotto.
La normativa ISO / IEC / IEEE 15288 definisce puntualmente i processi e le attività da seguire per la realizzazione di Sistemi ingegneristici di successo, così come la ISO / IEC / IEEE 15289 che riguarda la creazione dei Prodotti.
Come ogni normativa non può essere presa alla lettera, ma analizzata e “assimilata” secondo le reali necessità aziendali, poiché in caso contrario potrebbe portare ad un appesantimento dei processi, diventando quindi controproducente e rischiando di vanificare l’obiettivo.
Come per una buona camicia di cui non esiste una taglia che vada bene a chiunque, anche gli standard vanno analizzati con cautela, in modo da stabilire gli obiettivi e rendere i processi e le attività ad essi collegati adeguati al team di lavoro che li dovrà adottare. In questo frangente è assolutamente necessario l’intervento di esperti che, studiando dall’esterno i processi in uso, possano indirizzare il team verso un vero miglioramento, evitando “ingessature” non necessarie.
Questi standard ISO e le pratiche suggerite da INCOSE, se applicate correttamente, possono offrire alle aziende e ai team di Engineering il “fil rouge” per eseguire programmi di successo in grado di ridurre i costi ed aumentare drasticamente la produttività, diventando di fatto il key differentiator che farà preferire un’azienda ed un team di lavoro piuttosto che un’altra, rendendo le imprese del panorama Italiano competitive e pronte al confronto in ogni mercato, sia interno che internazionale.
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